venerdì 17 maggio 2013

"Una favola per Asia" di Rossana Lozzio

Oggi propongo il romanzo di Rossana Lozzio, "Una favola per Asia", edito dalle Edizioni Miele

Una favola per Asia

Pare che l’uso di espressioni come “ordire una trama” di una storia risalgano ad un tempo molto antico, al Medioevo, quando le donne si tramandavano l’arte della tessitura di nonna in nipote, e mentre tessevano, costruendo trama e ordito, appunto, raccontavano storie, fiabe, favole, che si perpetuavano così nel tempo. E ancora oggi, abbiamo un gran bisogno che qualcuno ci racconti delle favole, in questo mondo dove non si è più abituati a sognare.

Sognare, come fa la piccola Asia quando legge i libri del suo scrittore preferito, Luca Antonioni. E come un sogno si snoda questa delicatissima trama, in cui la freschezza di una bambina come Asia, che è ancora incantata dalle favole riesce a far nascere una favola reale, l’amore tra la zia Raffaella e lo scrittore, a discapito di tutte le loro paure e angosce.

Asia è una bambina piena di una gioia di vivere contagiosa nonostante sia rimasta orfana molto piccola. È per questo, per supplire alla mancanza della madre, che la sorella del padre, la zia Raffaella, si trasferisce da loro, e cresce la bambina quasi annullando se stessa .

È Asia l’artefice dell’incontro tra Raffaella e Luca;  piccola Cupido, trascina la zia alla presentazione del libro di Luca innescando una serie di meccanismi, che come una valanga travolgono i due.

I fili di questo ordito sono sguardi, parole dette e non dette, parole solo pensate ma già interpretate e tradotte in azione dall’ingenuità disarmante di Asia, per la quale la bella favola dell’amore tra la zia e lo scrittore non ha ostacoli. Sono loro, gli adulti, che gli ostacoli se li creano, ostacoli fatti di solitudine e paure che paiono tanto insormontabili da impedire quasi che questo amore possa svilupparsi.

Anche quando la piccola non è presente in modo diretto con la sua vivacità,  è lei a rimanere il motore dell’azione di queste due calamite che si attraggono e respingono allo stesso tempo, lei l’elemento magico di questa favola, che interviene in aiuto dei protagonisti come un  piccolo folletto .

Con una scrittura dolce Rossana ci prende per mano e ci porta a riconoscere  quello che di favolistico possiamo trovare nella quotidianità; tutto ciò che dobbiamo fare è avere la forza di vederlo e di non aver paura delle favole e dei sogni, e lasciare che qualcuno come Asia sia il tramite per la nostra felicità.

 

 

INTERVISTA

1)       Cara Rossana, cosa ti ha avvicinato alla letteratura? E come nascono le tue storie ?

Da bambina scrivevo già racconti, avevo un quadernone in cui raccoglievo i miei pensieri. Ma era già una passione. Mio padre scriveva testi di canzoni, forse è stato questo che mi ha dato l’imprinting.

Forse la mia è stata anche una rivalsa. Ho dovuto lasciare le superiori, è stata una scelta obbligata, ma appunto per questo sono orgogliosa di riuscire a esprimere questa mia grande passione.

  I miei racconti parlano di sentimenti,  e nonostante possano essere letti a partire dai quindici, sedici anni, non li definirei letteratura per ragazzi, perché secondo me questo genere di letteratura richiede una preparazione e una mentalità particolari, visto che l’età è molto delicata.

Le mie storie prendono spunto da episodi che mi vengono raccontati, che sento in giro ; per il mio lavoro ho occasione di incontrare molta gente e questo mi aiuta nella creazione dei personaggi, in cui di solito mi immedesimo anche un po’. Spesso questi personaggi sono la proiezione di quello che mi piacerebbe essere e non sono, delle vite e dei mondi che vorrei vivere e non posso.  Poi, normalmente quando ho finito di scrivere un romanzo lo lascio decantare e mi concentro su altro.

 

2)      Come nasce “Una favola per Asia”?

È il frutto del primo concorso letterario a cui ho partecipato e che ho vinto. È stato il titolo che mi ha attirato – di solito non credo molto nei concorsi -  “da donna a donna”, e l’argomento, che doveva avere al centro la donna nel suo ruolo all’interno della famiglia e della società. Così ho tirato fuori dal cassetto un romanzo che avevo già scritto una ventina d’anni prima, e così l’ho un po’ modificato e l’ho mandato .Mi piaceva l’idea di una protagonista bambina.

 Ho sorriso nel vedere la me stessa di vent’anni fa , e ho fatto anche un po’ di fatica, perché in un tempo tanto lungo le cose cambiano , cambia anche lo stile, il modo di vedere i fatti , i personaggi, la storia.

Di questo libro poi, mi è molto cara la copertina. Sopra c’è la foto di Camilla, che ha l’età di Asia ed è la mia “nipote dell’anima” figlia di un’amica; per questo ho voluto che fosse in copertina

 

3)      Hai degli autori  che preferisci, a cui ti ispiri?

No, non mi ispiro ad alcun autore. Nel bene e nel male, sono io. Conto molto su chi mi legge,  e da quello capisco cosa va o cosa no in quello che ho scritto, cerco sempre il punto di vista del lettore. Se vengono fuori idee che mi sembrano appropriate le inserisco.

 

4)     Ti senti più legata alla narrativa classica o a quella contemporanea? 

Alla letteratura contemporanea! Non mi piacciono i romanzi storici, né i classici, non mi appassionano.

 

5)      Cosa pensi del mercato editoriale?

Credo che sia un mercato molto difficile, soprattutto per un esordiente, che deve tentare molte strade. È molto difficile all’inizio rimanere con lo stesso editore per diverse pubblicazioni, anche perché spesso le case editrici sono piccole, e devono anche loro far tornare i conti. Anche per questo purtroppo la promozione è quasi tutta affidata agli autori, e gli editori non se ne occupano quasi . Il lato positivo è che ne promuovere il libo l’autore deve entrare in contato diretto con il suo pubblico, e questo è sicuramente un punto di forza degli autori esordienti rispetto ai grandi autori.

C’è  poi anche il fatto che alcune case editrici chiedono un contributo all’autore , e su questo non sono assolutamente d’accordo. L’editore è comunque un imprenditore, e come tale deve assumersi il rischio d’impresa, e deve credere nel suo lavoro, e nel libro che sta pubblicando.

 

6)     Progetti per il futuro?

Ho un’idea ma è ferma, ho qualche difficoltà a iniziare. E poi c’è il libro che uscirà a fine estate per le edizioni Il Ciliegio