Quindici racconti, un unico filo
rosso a legarli.
Un filo di Arianna, queste “Ossessioni”,
che
ci conduce nel labirinto della mente umana, indagata con acume attraverso una
prosa sciolta nei primi tre racconti, che sfocia nei serrati ed enigmatici
dialoghi che costituiscono i restanti dodici.
Quindici sfaccettature della
stessa parola, ossessione , come quindici raggi di una ruota che gira
incessante.
Ogni raggio è diverso, ma della stessa matrice .
Esce da
un unico centro, ma termina in un punto diverso della ruota.
La grande abilità dell’autore è
proprio in questo suo mostrare l’incredibile varietà e insieme unità di un
concetto astratto come quello di “ossessione”, ma che è nello stesso tempo estremamente reale e
concreto, e agisce nella quotidianità, modificandola, e modificandone gli
attori e le loro azioni, declinate
secondo un diverso grado di ossessione.
Come un ciclo di tele che
raffigurano una scena da diverse angolazioni .
E l’ossessione è spesso più reale
di quanto si voglia ammettere , e ci influenza più di quanto , in fondo, siamo disposti a credere.
INTERVISTA:
1) Gentile Autore, ci racconti il suo approccio con il mondo
dei libri, e le motivazioni che l' hanno spinta a scegliere di scrivere.
Sono un
autore esordiente, “Ossessioni” è infatti la mia prima opera pubblicata. La mia
storia di scrittore è semplice, direi apparentemente banale, ma personalmente
tormentata. Prima di iniziare a scrivere, ho letto, ho letto tanto. Oggi ho
trent’otto anni, ma sin da ragazzo una folta famiglia costituita da personaggi,
trame, spunti, sistemi di pensiero, ha sempre albergato disordinatamente nella
mia mente, in attesa di una valvola di sfogo, di una forma per diventare, per
essere. Quando, poi, la permanenza si è fatta ingombrante, ho forzatamente
messo un po’ d’ordine e ho incominciato a scrivere racconti, alcuni dei quali
ho presentato in alcuni siti letterari, firmandoli con vari pseudonimi.
Incoraggiato dal discreto successo sul web, mi sono dedicato al progetto
“Ossessioni”, il mio primo libro appunto.
2)Ci sono degli autori a cui si ispira e dei libri che
preferisce in modo particolare?
La base per me sono i classici
contemporanei. La mia dimensione è il racconto. Un idea, un concetto, una
fiction letteraria, pochi personaggi, il tutto condensato in poche pagine.
Quindi, nella mia libreria non possono certo mancare le raccolte di racconti di
Kafka, Cechov, Dostoevskij, con alcune eccezioni ,certamente. Il flusso di
coscienza di Joyce rimane, comunque, assolutamente il mio modello.
3)Scrivere per lei è un mestiere? Se per ora non lo è,
vorrebbe che lo diventasse?
Il mio desiderio più intenso è solamente che
“Ossessioni” sia il mio primo libro di una discreta serie.
4)Cosa ama della letteratura classica e cosa della
contemporanea? E a quale delle due si sente più legato?
Ricerco la letteratura classica per far
respirare l’anima, per stupirmi ogni volta di come l’autore racconti il mio
dentro con tanta poesia, per guardarmi esteticamente attraverso l’arte altrui,
uso invece la letteratura contemporanea come svago o passatempo, sale
d’aspetto, in viaggio, sul divano con la tv accesa, quando si è a casa ammalati
e così via.
5)Cosa pensa del Mercato Editoriale odierno?
Per un autore emergente
sconosciuto ritengo sia impossibile accedere ai grandi gruppi editoriali, anche
se si presenta un capolavoro di letteratura. Io ho puntato sulle piccole case
editrici indipendenti, informandomi da alcuni addetti ai lavori e su internet.
Prospettiva editrice è giovane, indipendente, con un staff appassionato, mi
hanno presentato un progetto semplice, ma serio, senza promettermi panzane
varie, coinvolgendomi molto in tutti gli aspetti della realizzazione del libro.
6)Progetti per il futuro?
Un’altra
raccolta di racconti ovviamente